Apertura partita iva regime forfettario: quanto costa, limiti, contributi INPS, flat tax e altro

Il regime forfettario rappresenta una delle opzioni più vantaggiose per chi intende avviare un’attività autonoma in Italia. Grazie alla sua semplicità e ai benefici fiscali, è particolarmente adatto a professionisti, freelance e piccoli imprenditori. In questa guida, esploreremo tutti gli aspetti principali per aprire una partita IVA con il regime forfettario nel 2025.


Che Cos’è il Regime Forfettario?

Il regime forfettario è un regime fiscale agevolato rivolto a persone fisiche che esercitano attività d’impresa, arti o professioni. La sua caratteristica principale è la determinazione del reddito imponibile sulla base di un coefficiente di redditività predefinito, variabile in base al codice ATECO dell’attività svolta.

I principali vantaggi includono:

  • Tassazione ridotta: L’imposta sostitutiva è pari al 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività, se si rispettano determinati requisiti.
  • Semplificazione burocratica: Non è necessario applicare l’IVA nelle fatture emesse e si è esonerati da molti obblighi contabili, come la tenuta dei registri IVA.
  • Nessun IRAP: I contribuenti forfettari non sono soggetti all’IRAP.

Tuttavia, esistono anche alcune limitazioni, come vedremo nei paragrafi successivi.


Quali Sono i Requisiti per Accedere al Regime Forfettario?

Per poter accedere al regime forfettario nel 2025, è necessario rispettare determinati requisiti:

  1. Limite di ricavi o compensi: Il fatturato annuo non deve superare i 85.000 euro.
  2. Spese per dipendenti e collaboratori: Non devono eccedere i 20.000 euro annui.
  3. Altre condizioni: Non si può aderire al regime forfettario se si esercitano contemporaneamente attività di lavoro dipendente (salvo che il reddito derivante da lavoro dipendente sia inferiore a 30.000 euro) o se si è soci di società di persone o amministratori di società di capitali.

Come Aprire la Partita IVA in Regime Forfettario

L’apertura della partita IVA è una procedura relativamente semplice e può essere eseguita autonomamente o con l’aiuto di un commercialista. Ecco i passaggi principali:

  1. Identificare il Codice ATECO Il codice ATECO è un codice numerico che identifica l’attività economica svolta. È fondamentale scegliere il codice ATECO corretto per garantire che l’attività sia classificata in modo adeguato e per determinare il coefficiente di redditività applicabile.
    • Puoi consultare l’elenco completo dei codici ATECO sul sito dell’ISTAT o richiedere il supporto di un commercialista per individuare quello più adatto alla tua attività.
  2. Compilare il Modello AA9/12 Il modulo AA9/12 è il documento necessario per dichiarare l’inizio attività all’Agenzia delle Entrate. Può essere presentato:
    • Online: Tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate.
    • Fisicamente: Recandosi presso un ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate.
  3. Iscrizione alla Gestione Separata INPS o ad Altre Casse Previdenziali A seconda del tipo di attività svolta, sarà necessario iscriversi alla Gestione Separata INPS o a una cassa previdenziale specifica (ad esempio, la Cassa Forense per gli avvocati o l’ENPAM per i medici).
  4. Comunicazione al Comune (Se Necessaria) Alcune attività, come quelle artigianali o commerciali, richiedono una comunicazione di inizio attività (SCIA) al comune di riferimento.

Costi dell’Apertura e della Gestione della Partita IVA Forfettaria

  • Apertura della partita IVA: È gratuita. Non ci sono costi per la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate.
  • Contributi previdenziali: Dipendono dal tipo di attività svolta. Ad esempio, i professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS versano il 25,72% del reddito netto, mentre gli artigiani e commercianti versano un contributo fisso minimo più una percentuale sul reddito eccedente.
  • Compenso del commercialista: Se decidi di affidarti a un professionista per la gestione contabile, i costi annuali possono variare dai 300 ai 1.000 euro.
  • Imposta sostitutiva: Come accennato, è del 15% o del 5% nei primi cinque anni.

Calcolo del Reddito Imponibile e della Tassazione

Il reddito imponibile nel regime forfettario non è calcolato sottraendo le spese dai ricavi, ma applicando un coefficiente di redditività ai ricavi.

Ad esempio, se il codice ATECO della tua attività prevede un coefficiente di redditività del 78% e i tuoi ricavi annui sono di 50.000 euro:

  • Reddito imponibile = 50.000 × 78% = 39.000 euro.
  • Imposta sostitutiva (15%) = 39.000 × 15% = 5.850 euro.

Contributi INPS per il Regime Forfettario

Una delle spese principali per chi lavora in proprio è rappresentata dai contributi previdenziali. Ecco una panoramica:

  1. Professionisti Iscritti alla Gestione Separata INPS I professionisti senza una cassa previdenziale specifica devono versare il 25,72% del reddito netto come contributi previdenziali. Non ci sono contributi minimi, quindi si paga in base al reddito effettivamente prodotto.
  2. Artigiani e Commercianti Per queste categorie, il contributo è composto da:
    • Una quota fissa di circa 4.000 euro annui, indipendentemente dal reddito.
    • Una percentuale aggiuntiva del 24% sul reddito eccedente il minimale di circa 17.000 euro.

Limiti e Restrizioni del Regime Forfettario nel 2025

Sebbene il regime forfettario sia vantaggioso, presenta alcune limitazioni:

  • Esclusione di alcune attività: Non possono accedere al regime forfettario coloro che esercitano attività con regimi fiscali speciali o che partecipano a società di persone.
  • Divieto di dedurre alcune spese: Non è possibile dedurre costi reali, come spese per attrezzature o corsi di formazione.
  • Non applicabilità dell’IVA: Pur essendo un vantaggio per alcuni, l’assenza di IVA può rendere meno competitivi i prezzi rispetto a chi opera in regime ordinario.

Conclusioni

Aprire una partita IVA in regime forfettario è un’ottima scelta per chi desidera avviare un’attività in maniera semplice e con costi ridotti. Tuttavia, è importante valutare attentamente i requisiti, i costi e le limitazioni prima di procedere. Affidarsi a un commercialista esperto può fare la differenza per garantire il rispetto delle normative e una gestione ottimale della propria attività.

Se hai ulteriori domande o dubbi, non esitare a rivolgerti a un professionista o a consultare le risorse ufficiali disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS.

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